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21 maggio 2033
privacychronicles.substack.com

21 maggio 2033

Prendo lo smartphone e apro il mio Smart Citizen Wallet. L’indicatore di credito sociale segna 87 punti. Una faccina sorridente mi dice che sono un cittadino modello...

Matte | mrk4m1
May 21
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21 maggio 2033
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Sono le 16:15 del 21 maggio 2033. Ho appena finito di scrivere il nuovo articolo della mia newsletter, Cronache Collettive.

Prendo lo smartphone e apro il mio Smart Citizen Wallet. L’indicatore di credito sociale segna 87 punti. Una faccina sorridente mi dice che sono un cittadino modello. Sorrido mentre apro l’app di Stato per i servizi pubblici e acquisto un biglietto dell’autobus, devo fare la spesa e non ho voglia di camminare sotto al sole.

I pagamenti con l’euro digitale sono istantanei. Grazie al collegamento con il Digital ID europeo l’acquisto del biglietto mi fa guadagnare +0.01 punti di credito sociale. Non è molto, ma se mi comporto bene entro fine anno potrei arrivare a 100 punti.

Scendo in strada e aspetto l’autobus, che non ci mette molto ad arrivare.

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Salgo sull’autobus, come al solito è abbastanza pieno. Non c’è posto a sedere e mi infilo tra alcune persone. Chissà qual è il loro punteggio sociale. Da quando sempre più persone non hanno più un’automobile gli autobus spesso sono pieni zeppi. Però credo comunque che sia meglio così, c’è pochissimo traffico in giro. Niente più parcheggi selvaggi e flotte di mamme davanti alle scuole. E poi, che bisogno c’è di avere un’auto ho tutto ciò che mi serve vicino casa?

Scansiono il mio Digital ID ed entro nel supermercato. La spesa sarà veloce, non devo neanche scegliere cosa comprare: da qualche anno tutte le transazioni sono pre-autorizzate dal Ministero della Pianificazione Alimentare, che in base a complessi calcoli decide cosa possiamo acquistare ogni mese, in base al nostro stile di vita, al punteggio sociale e ovviamente tenendo conto delle necessità collettive. Da quando hanno vietato i contanti e usiamo tutti l’euro digitale pagare è facilissimo e molto comodo: basta scansionare il codice QR sul prodotto. Non c’è neanche più bisogno di avere casse o scontrini - è tutto registrato in automatico negli archivi della Banca Centrale degli Stati Sociali Europei!

Finisco di fare la spesa e guardo l’orologio… si sono fatte le 17:40. Fra meno di due ore scatta il coprifuoco e spegneranno tutte le luci in strada. Nel 2029, dopo anni di crisi, il governo è stato costretto a instaurare un coprifuoco permanente per razionare l’energia elettrica e tutelare i cittadini. Dicono sia colpa dell’avidità dei capitalisti del petrolio. Beh, ho comunque tempo di tornare a casa a piedi e accumulare qualche credito sociale per aver fatto attività fisica.

La strada verso casa è piena di telecamere intelligenti acquistate qualche anno fa dal Comune grazie al PNRR. Mi fanno sentire al sicuro. La tecnologia di riconoscimento facciale ormai è così avanzata che possono identificare chiunque in tempo reale! Mi tolgo il cappello e alzo leggermente la testa. È un riflesso incodizionato… meglio farsi inquadrare bene il viso, non vorrei essere segnalato dagli algoritmi come persona non collaborativa.

Sono arrivato. Entro in casa, mi tolgo le scarpe e mi butto sul divano. Lo schermo del mio smartphone si illumina. È l’Agenzia della Redistribuzione che mi informa di aver accreditato il Reddito Universale mensile. È meno del mese scorso…probabilmente in base ai dati hanno deciso di redistribuire di più ad altri, che ne hanno più bisogno.

In TV l’altro giorno spiegavano che ogni mese il Ministero del Welfare analizza le transazioni, gli spostamenti, i comportamenti e le relazioni familiari dei cittadini per valutare l’importo ottimale per il Reddito mensile per tutti noi.

Chi ha un punteggio sociale elevato per più di sei mesi consecutivi ha diritto di chiedere l’approvazione di un bonus per spese non necessarie. Se tutto va bene il mese prossimo potrei chiederlo per portare la mia ragazza in un bel ristorante.

Il cronista spiegava poi che il Reddito Universale viene finanziato interamente grazie al lavoro delle aziende, che oggi si chiamano enti sociali. Tutti gli “extra profitti” degli enti sociali vengono redistribuiti dallo Stato verso la popolazione.

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Grazie al Reddito Universale moltissime persone neanche lavorano più. Chi ha un punteggio sociale basso è comunque tenuto a lavorare per produrre i beni essenziali di cui la società ha bisogno. Chi non riesce ad essere un cittadino virtuoso come minimo deve impegnarsi per produrre ciò di cui abbiamo bisogno. Il bene della collettività viene prima di tutto! E comunque tutti contribuiamo il più possibile. Il Ministero del Welfare monitora ogni transazione e detiene le chiavi di ogni wallet di euro digitale. Questo permette di redistribuire in modo automatizzato e pianificato tutto il surplus di ricchezza. È molto meglio ora; siamo tutti uguali.

Sono stanco, è stata una lunga giornata. Vorrei accendermi una sigaretta e stappare una birra ghiacciata ma ho smesso di bere e di fumare. L’alcool e il tabacco non sono vietati ma ogni acquisto diminuisce il credito sociale. Non posso permettermi di perdere crediti sociali per un vizio inutile, devo arrivare a 100 entro fine anno!

Prima di dormire controllo le notizie del giorno sul social network europeo. Grazie al Digital Services Act europeo il newsfeed automatizzato mi propone soltanto notizie che arrivano da fonti autorevoli e certificate. In questo modo sono certo di non incappare in pericolosa disinformazione.

Apro Whatsapp per dare la buona notte alla mia ragazza; una notifica push mi dice che tutti i messaggi inviati saranno analizzati e scansionati da algoritmi per contrastare pedopornografia, terrorismo e criminalità, nel rispetto della mia privacy. Viviamo davvero in tempi incredibili. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe bastato così poco per combattere la criminalità?

Metto in carica il telefono. Ho ancora il 62% di quota elettrica disponibile per questo mese. Togliere i condizionatori è stata una buona idea.


Il protagonista di questa fantasia è un collettivista convinto.

Si sente perfettamente a suo agio sapendo che ogni aspetto della sua vita è gestito dallo Stato, in cui ha fede cieca. Ama il senso di sicurezza dato dalla sorveglianza pervasiva, dai fact-checker e dai sistemi di punteggio sociale che incentivano l’omologazione dei comportamenti dei cittadini.

Ha paura del capitalismo e del libero mercato. Ignora la natura della moneta; per lui è semplicemente qualcosa che arriva dalla benevolenza dello Stato. Un numero su uno schermo.

Attraverso di lui ho cercato di descrivere una giornata tipo in un futuro che mi fa paura e che purtroppo mi sembra sempre più vicino. È un racconto di fantasia, ma nulla di ciò che ho scritto è pura finzione. Le basi per ogni concetto espresso nel racconto esistono già, così come alcuni strumenti menzionati, come lo Smart Citizen Wallet.

Il futuro non è scritto e, se vogliamo, possiamo evitare che finisca così. Bisogna solo avere il coraggio di vivere per se stessi e per la propria felicità, riconoscendo che individuo e Stato non possono sovrapporsi: dove c’è lo Stato, non c’è l’individuo.

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Fra non molto, ognuno di noi sarà chiamato a scegliere tra due mondi.

Da una parte c’è il mondo iper-statalista: welfare estremo e pianificazione economica e sociale; reddito universale e moneta digitale1 controllata dallo Stato; sorveglianza e analisi di azioni, transazioni2 e comunicazioni3; sistemi di social scoring4 e piattaforme di economia comportamentale5 e città intelligenti6 che plasmano il comportamento delle persone; manipolazione delle informazioni e censura delle fonti non istituzionali7.

Nello stato di welfare la pianificazione centrale abbraccia ogni attività umana: i pianificatori odiano le variabili.

Il pensiero critico, l’individualismo e la libertà di autodeterminazione vengono sostituiti dalla fede assoluta nello Stato, dal collettivismo e dall’omologazione dei comportamenti. In questo mondo la sorveglianza non è solo uno strumento di controllo per esercitare potere politico, ma uno strumento essenziale di pianificazione economica e sociale.

Si può cambiare rotta e scegliere un mondo diverso, ma bisogna prima riconoscere la fonte del problema: lo statalismo e la voglia di pianificare ogni aspetto della vita, della società e dell’economia. I nostri politici sono innamorati del modello cinese, e cercheranno in tutti i modi di vendercelo. Lo stanno già facendo.

Limitare l’ingerenza dello Stato, attraverso il riconoscimento e la protezione di diritti individuali come privacy e proprietà privata è l’unico modo per evitare di ritrovarci a vivere in un futuro distopico.

Le persone libere hanno anche bisogno di moneta libera e transazioni private (che non significa segrete). Ecco perché, oltre a rigettare ogni forma di statalismo, dobbiamo separare a tutti i costi Stato e moneta. Con la moneta digitale lo Stato diventa socio occulto e censore di ogni rapporto umano8. Lo strumento per evitare che accada, fortunatamente già esiste: si chiama Bitcoin9.

Ora non resta che scegliere.

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Moneta digitale di Stato, poteri illimitati e sorveglianza finanziaria

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I nuovi superpoteri dell’Agenzia delle Entrate

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Chatcontrol, sorveglianza totale delle comunicazioni

4

Smart cities: sorveglianza ed economica comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea

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Cittadinanza a punti e Stato etico: da Roma a Bologna

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Digital Services Act, l’arma finale dei regolatori della libertà di parola

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Smart Cities e ingegneria sociale, la città che plasma l’uomo

8

Lo Stato socio occulto di ogni rapporto umano

9

Bitcoin, un layer di privacy contro la sorveglianza statale

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jackbarracuda
Jul 18

Inquietante, orwelliano e tristemente possibile.

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